Ero al saggio di fine anno dei miei studenti di pianoforte e sudavo freddo…
Ricordo quel momento come se fosse ieri. Avevo l’ansia alle stelle e credevo davvero di svenire da un momento all’altro.
Da lì a poco si sarebbe dovuta esibire un’allieva che durante l’anno non aveva fatto nulla!
Sì, quelle classiche persone che studiano i 30 minuti prima della lezione di pianoforte, con la speranza che io non me ne accorga.
Mi ricordo ancora quando a lezione mi suonò un brano che in “teoria” aveva studiato e io le dissi: “Bene, non male come lettura a prima vista!“
Avevo probabilmente più ansia io di lei. Sapevo che non era minimamente pronta per un’esibizione pubblica ma sia lei che la sua famiglia aveva insistito e parecchio!
E così arriva il suo momento. Sale sul palco a testa bassa (forse cosciente di non aver fatto abbastanza?) e poi inizia la performance.
Le prime due righe scorrono bene ma poi… una fermata. Un’altra e un’altra ancora… e ancora e ancora… poi crisi di panico, si mette le mani nei capelli, e poi va via non finendo nemmeno il brano.
Devo essere sincero: un po’ ho goduto.
Dici che sono stato sadico?
No dai, però un bel “te l’avevo detto” mi avrebbe fatto stare un bel po’ meglio in quel momento. Misi da parte tutti i miei pensieri e ripresi a presentare gli altri studenti che si sarebbero dovuti esibire.
La settimana seguente, rividi la ragazza a lezione per commentare la performance avuta durante il saggio. C’erano pochi commenti in realtà da fare ma volevo sapere il suo punto di vista.
Avevo anche la videoregistrazione, ottimo strumento per rivedersi a mente fredda e migliorare.
Così collego la videocamera al televisore e faccio partire la sua performance.
Mentre la guardavo mi vergognavo. Pensavo “chissà cosa diamine pensano ora gli atri studenti e gli altri amici e familiari. Penseranno che non sono un buon Maestro e che sono stato uno sconsiderato a farla esibire in quelle condizioni…”
Ad un certo punto termina il video.
Io la guardo… e lei mi dice:
“Avevo mal di testa dalla mattina, infatti non sono andata nemmeno a scuola quel giorno. Poi il vestito era troppo stretto, e poi … poi … bla bla bla”.
CHIACCHIERE!! SOLO CHIACCHIERE!!
Quando fai una performance scadente di chi diamine è la colpa?!?
Amo profondamente il pianoforte e disprezzo gli sport di squadra perché almeno la responsabilità è tua e solo tua!!
Ho giocato per parecchi anno a Basket, arrivando in serie “D” e ogni volta negli spogliatoi era un inferno! Ognuno dava la colpa all’altro per la sconfitta.
Ma che ognuno guardi il suo!!
Ohhhh al pianoforte non ci sono di questi problemi. Ci sei solo tu. Se fai bene è merito tuo, se fai male è colpa tua. Chiunque devia da queste responsabilità significa che non è ancora maturo abbastanza per affrontare la vita. E se capita ad una ragazza di 16 anni (come quella del saggio) lo posso capire, ma di più… NO.
Vuoi sapere come facevo ad avere la certezza matematica che quell’esibizione sarebbe andata malissimo?
Dall’ultima lezione prima del saggio.
“Se non riesci a suonare senza incepparti il brano davanti al tuo maestro, come pretendi di farlo davanti a 100 persone su di un pianoforte diverso con un’acustica diversa?”
D’altronde chi “cazzeggia” durante l’anno “la paga” poi al saggio. Ha avuto sempre tutti gli strumenti per dare il massimo.
Tutti i miei studenti hanno il libro di esercizi di lettura di violino e di basso. Devono sviluppare il prima possibile una lettura fluida. Poi svolgono esercizi di solfeggio uniti a quelli di lettura a prima vista.
Poi hanno i libri di tecnica pianistica come il Duvernoy, Brani musicali come Emozioni al pianoforte, insomma di robe per migliorare e fare bene ci sono… basta farle.
La morale della storia?
Perché ti ho raccontato tutto questo?
Per sottolinearti ancora una volta quanto imparare a suonare il pianoforte non sia un compito semplice. Non basta andare a lezione o seguire una lezione per migliorare. Gran parte del lavoro devi farlo tu a casa da solo.
So che non è molto divertente (anche se io lo trovo bellissimo!) ma quello che ti fa avere la forza per farlo sono poi i frutti di queste sessioni di studio. Quindi impegnati, dacci dentro, suona anche quando non hai voglia affinché lo studio del pianoforte diventi un abitudine.
Quando il tuo fisico e la tua mente si sono abituati ad una determinata azione, poi la faranno in automatico ma devi farlo tante volte prima che questo accada.
Il pianoforte è il tuo migliore amico, devi dedicargli del tempo altrimenti ci rimane male 🙂
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