Lo studio individuale è indubbiamente l’attività fondamentale e capace di influenzare notevolmente i tuoi risultati pianistici.
Infatti, procedendo senza la motivazione necessaria o nel modo sbagliato potrà condurre a effetti negativi e all’assunzione di abitudini errate e difficilissime da correggere.
Dunque, è importantissimo che tu conosca i tuoi specifici obbiettivi nel momento in cui ti metti al pianoforte e il modo in cui raggiungerli.
In questo articolo potrai leggere qualche consiglio su come impostare una seduta di studio pianistica in modo attento e davvero professionale.
Come affrontare in modo ottimale lo studio individuale al pianoforte
In alcune situazioni possono passare anni prima che ognuno di noi sia in grado di comprendere in che modo studiare allo strumento e per trovare il metodo di studio adatto per il conseguimento di risultati migliori.
Per questa motivazione, continuando con la lettura avrai modo di scoprire i consigli pratici del noto pianista J.Hofmann.
Con cosa iniziare l’esercizio mattutino dello strumento
Un metodo pratico, che tutti i pianisti conoscono bene è quello di iniziare ogni sessione di studio “scaldando” le mani eseguendo le scale musicali in ogni tonalità, prestando sempre attenzione alla corretta esecuzione.
Inoltre, è buona norma, esattamente come durante l’approccio ai nuovi brani, iniziare lentamente per poi accelerare gradualmente ma senza correre troppo.
Dopodiché può essere utile l’esecuzione delle ottave attraverso le cadute e sfruttando l’articolazione del polso, il tutto sempre lentamente evitando irrigidimenti a carico delle braccia. Oltretutto, è importante evitare che la mano si sollevi eccessivamente più di quanto strettamente necessario.
Una volta ripassati gli aspetti più tecnici e meccanici, è possibile passare a qualcosa di più musicale come ad esempio gli studi di Cramer o di Czerny.
Infine, ci si può dedicare all’immancabile J.S.Bach, a Mozart, Beethoven, Chopin e a moltissimi altri grandi compositori.
Infine, Hofmann suggerisce di eseguire tutta la parte tecnica durante i primi 60 minuti di studio mattutini, e soltanto durante la seconda ora passare allo studio dei passaggi difficili del proprio repertorio pianistico.
Infine, nel pomeriggio si potrà dedicare un’ulteriore ora all’interpretazione di quanto appreso durante la mattinata dal solo punto di vista tecnico.
Quanto tempo dedicare all’esercizio puramente tecnico e digitale al pianoforte
Lo studio della parte digitale e tecnica senza essere accompagnato dalla tua sensibilità non dovrebbe mai essere affrontato, motivo per cui tale pratica è sostanzialmente sconsigliata. Tuttavia, qualora necessaria, è bene ridurla a brevi e funzionali sessioni poiché potrebbe minare la tua capacità artistica una volta risolte le questioni tecniche legate al brano che stai studiando.
Dunque, ipotizzando una seduta di studio di tre ore giornaliere, suddivisa in due ore mattutine e una pomeridiana, avrai modo di sperimentare come la mente sia maggiormente reattiva durante le prime ore della giornata, indicativamente tra le 8 e le 10 del mattino.
Inoltre, anche le pause risulteranno utili, a patto che non siano eccessivamente lunghe. Infatti, una pausa protratta nel tempo inficerebbe sulla concentrazione e sul contatto con lo strumento, entrambe condizioni che per essere correttamente ristabilite richiedono un buon quantitativo di tempo.
La durata ideale di ogni sessione di studio pianistico per migliorare velocemente
Trascorrere troppo tempo, durante la stessa giornata, davanti alla tastiera del tuo pianoforte ti porterà con tutta probabilità a sperimentare alcuni effetti negativi sui risultati che vuoi raggiungere. Infatti, il tuo studio dovrà sempre essere portato avanti con la massima concentrazione possibile che, chiaramente, ha una durata limitata.
Proprio per questo, la durata ideale di ogni sessione di studio pianistico dipenderà solamente dalla capacità di concentrazione dello studente. Alcuni vanno incontro a un calo dell’attenzione dopo una quarantina di minuti, mentre altri possono studiare per molte ore consecutive mantenendo la concentrazione a livelli molto alto.
Per questo motivo, ogni pianista che studia quotidianamente con devozione e concentrazione ti dirà che le domande riferite alle ore di studio giornaliere sono del tutto inutili poiché ciò dipende dalle capacita di ogni singolo individuo.
Contare ad alta voce durante l’esecuzione di un brano musicale
Questa pratica che sicuramente conoscerai già non può portare a risultati dannosi, specialmente nel momento in cui è necessario correggere il tempo e il ritmo di un passaggio difficile o di un intero brano.
Infatti, una volta che sarai riuscito a correggere tutti gli eventuali errori di natura tecnica e ritmica potrai lentamente abbandonare il conteggio a voce alte.
Ricorda però che contare durante il tuo studio quotidiano al pianoforte può rappresentare un strumento fondamentale e davvero di straordinaria utilità, specialmente grazie alla sua capacità di rafforzamento e sviluppo nei confronti del tuo senso ritmico.
Studiare senza sedersi al pianoforte
I modi di affrontare lo studio di una data composizione sono davvero innumerevoli, ma fondamentalmente saranno i seguenti quattro quelli di cui sentirai maggiormente parlare durante la tua carriera musicale.
Il primo lo conosciamo e lo pratichiamo tutti ogni giorno, è infatti rappresentato dallo studio al pianoforte con lo spartito davanti. Il secondo è meno utilizzato ma davvero utilissimo, ovvero studiare lontano dal pianoforte leggendo la partitura.
Dopodiché, il terzo metodo, anch’esso decisamente conosciuto, è quello di affrontare lo studio seduti allo strumento ma senza musica davanti, in modo ad allenare e verificare l’apprendimento mnemonico.
Infine, troviamo la pratica più curiosa: studiare lontani dal pianoforte e senza spartito.
Chiaramente, il secondo e il quarto metodo di studio sono i più faticosi per la mente, ma allo stesso tempo rappresentano la strategia migliore al fine di apprendere un intero brano a memoria e per analizzarlo profondamente.
Il giusto utilizzo del metronomo durante lo studio
Alcuni pianisti e insegnanti affermano che il metronomo possa essere uno strumento in qualche modo pericoloso per gli aspiranti musicisti. Effettivamente, in alcuni casi può esserlo, specialmente se utilizzato con studenti tendenti alle rigidità muscolari durante le esecuzioni, o che suonano in modo meccanico e senza interpretazione personale.
Secondo Hofmann è meglio non suonare praticamente mai seguendo il metronomo poiché si opprimerebbero senso ritmico personale e musicale.
Infatti, questo strumento andrebbe utilizzato al fine di controllare la velocità di esecuzione di un brano e per verificare che l’andamento scelto sia stabile durante l’intera durata dell’esecuzione.
I momenti di pausa dallo strumento
Infine, se hai lavorato nel modo corretto durante l’intero anno, una pausa dallo strumento, anche dalla durata di circa un mese, può risultare vantaggiosa.
Infatti, brevi periodi di interruzione permettono un rinnovo delle capacità mentali e fisiche, stimolando al contempo la passione per lo studio del pianoforte.
Con tutta probabilità, a seguito di un interruzione sentirai di aver sprecato davvero molto tempo, tuttavia, nel momento in cui riprenderai con lo studio, ti accorgerai dei grandi progressi e di come l’apprendimento migliorerà rispetto al periodo antecedente alla pausa.
Per concludere è importante sottolineare come la condizioni di stanchezza fisica e mentale rappresentino un pericolo per le buone abitudini allo strumento che, se perse, saranno difficili da ristabilire.
E' un buon lavoro!!
Bravo Christian..sempre attento alla "nuova didattica pianistica"
saluti
saverio