La professione del pianista è una delle più belle in assoluto ma forse anche una delle più difficili. Oltre alle decine e decine di anni di preparazione e continuo studio, vi è una concorrenza pressoché infinita, sia a livello nazionale che internazionale.
Molti anni fa sembrava tutto diverso. Le personalità che spiccavano erano poche, e riuscivamo a tenere a mente anche tutti i loro nomi. Chi non si ricorda geni come:
- Martha Argerich
- Claudio Arrau
- Alfred Brendel
- Aldo Ciccolini
- Alfred Cortot
- Georges Cziffra
- Sergio Fiorentino
- Glenn Gould
- Friedrich Gulda
- Vladimir Horowitz
- Arturo Benedetti Michelangeli
- ecc…
Senza dubbio c’era un talento di fondo indiscusso. Ma oltre a questo, c’era un livello generale un po’ più basso, ecco perché giocatori geniali come Maradona riuscivano a spiccare così tanto. Una costatazione di fatto è quindi un aumento del livello medio così nel calcio, così come nel pianoforte e così in molti altri sport. Perché è aumentato il livello?? Perché è aumentata la concorrenza.
All’aumentare della concorrenza aumenta la qualità del servizio. Se io ho un’edicola e sulla mia stessa via ci sono altre 5 edicole… perché i clienti dovrebbero scegliere di comprare da me? Allora mi ingegno per creare un servizio migliore con prezzi più competitivi e un assortimento migliore. I clienti, capendo che la mia edicola è migliore, inizieranno a venire tutti da me, e così anche gli altri edicolanti si attrezzeranno per migliorare il loro di servizio per non rimanere “a secco”. E così il livello generale aumenta. La stessa cosa vale per tutto.
Pensa a quando qualche anno fa è scoppiata la moda per lo Yoga.
Andavi in una libreria e trovavi un libro di Yoga. Se ti interessava l’argomento, acquistavi il libro e andavi via. Ora invece ci sono almeno 500 libri di Yoga e il tempo per informarti e capire quale sia il migliore è praticamente impossibile.
Che probabilità ha oggi un autore di un libro sullo Yoga di ottenere un record di vendite? Beh, con la concorrenza spietata che c’è è davvero difficile.
50 Anni fa era facile far prendere il volo ad un prodotto. Bastava individuare un’ampia nicchia di mercato in fase di espansione (ti ricordi al boom delle sigarette elettroniche? Quel mercato si è saturato in brevissimo tempo per via della troppa concorrenza e così come hanno aperto negozi, allo stesso modo hanno chiuso!!), costruire poi una fabbrica in grado di produrre quel prodotto e infine acquistare una quantità consistente di spazi pubblicitari televisivi. Le pubblicità avrebbero garantito una diffusione e consumo del prodotto.
Oggi però la TV non ha più tutto questo potere e ne continua a perdere giorno dopo giorno. Oggi ci sono altre soluzioni innovative che i clienti stanno utilizzando sempre di più. Pensa a Youtube, Sky, Netflix. Ben presto la Tv come la conosciamo noi scomparirà e con esso anche il suo sistema pubblicitario.
Le Tv non sono le sole a perdere potere, anche i giornali. Hai presente quei grandi quotidiani come il Wall Street Journal? Sai quanto costa una pubblicità a intera pagina al suo interno? Ha un costo di oltre 1 milione di dollari. Eppure secondo te, le persone fanno ancora attenzione a questo tipo di pubblicità? Siamo sommersi da pubblicità e da prodotti tutti simili che ci offrono bene o male gli stessi benefici.
La differenza essenziale tra prima e oggi è dunque questa: prima, i prodotti erano medi, si creava una pubblicità indirizzata a tutti e si raccoglievano i risultati. Oggi invece non basta creare prodotti medi ma devono essere straordinari, con una pubblicità rivolta ad una precisa nicchia, con investimenti mirati.
Ieri il pianista non aveva troppa concorrenza. Innanzitutto non tutti potevano permettersi un pianoforte, non esistevano nemmeno quelli digitali che sono più economici. Figuriamoci quanti potevano avere un pianoforte a coda per affinare il proprio tocco. Inoltre, le mentalità delle vecchie generazioni erano differenti. Non tutti i genitori permettevano ai propri figli di inseguire una passione. Spesso il processo era: vai a scuola, dopodiché vai a lavorare per dare una mano in casa.
Di conseguenza il numero di pianisti era limitato, e quelli professionisti ne erano ancora di meno. Per far sì di avviare una carriera fiorita poi bisognava partecipare ad uno dei pochi concorsi pianistici e posizionarsi fra i Top. Da lì in poi era tutto in discesa.
Oggi le cose sono ben diverse. Il pianoforte è alla portata di tutti. Lo stato offre anche dei bonus per l’acquisto di uno strumento musicale e praticamente non ci sono più scuse per non avere un pianoforte in casa. Le famiglie sono più propense ad investire sui propri figli e di pianisti ce ne sono molti, forse troppi. La concorrenza è spietata (leggi anche l’introduzione del Metodo Hanon, dove spiega in modo simpatico proprio questo).
Se il pianista oggi vuole fare carriera? Beh… puoi sempre provare a partecipare al Concorso Chopin e arrivare primo. Ti assicuro che avrai una carriera unica, fatta di grandi successi e soddisfazioni. Dai, 1 su 1000 emhh… volevo dire, 1 su 1 milione ce la fa. E come dice Checco Zalone in un suo film “E gli altri 999.999 stronzi che fine fanno?”
La formula dei concorsi non è più sinonimo di garanzia e successo come una volta. Oggi di concorsi ce ne sono troppi, alcuni insignificanti, altri messi su solo per raccimolare qualche soldo e altri ancora sono taroccati alla fonte. Ma anche nel concorsino più sperduto d’Italia, troverai comunque un ottimo livello. Ragazzi di 16 anni che ti suonano tranquillamente studi di Chopin come se fossero sonatine di Clementi. Il guaio è che hanno anche una ottima musicalità!!
Questa formula basato su “studio così divento bravo, poi faccio un concorso posizionandomi primo e faccio successo” non funziona più (almeno, non funziona per i 999.999).
Oggi c’è bisogno di una mentalità più aperta. C’è bisogno di reinventarsi un po’ e se presto non ci adegueremo a queste nuove tendenze,verremo tagliati fuori.
Leggevo, non ricordo bene dove, una frase che recitava così: “Non conta essere i migliori, conta essere primi“. A parte la discutibilità di questa frase, possiamo imparare una grande lezione. Nell’era della velocità e rapidità che stiamo vivendo, conta davvero arrivare per primi.
Ma primi dove?
Primi a dei traguardi, primi a delle scoperte, in prima posizione su Google, primi su Facebook, primi nell’utilizzare una determinata comunicazione innovativa e così via.
Immagina una mamma che vuole mandare il figlio a lezione nella nuova città e non conoscono nessuno per poter chiedere qualche consiglio. Così si reca su google e digita “lezioni di pianoforte + nome città“. Probabilmente manderà il proprio figlio a lezione dal primo risultato di ricerca. Non c’è tempo per andare a cercare fino alla seconda pagina, alla fin fine suo figlio ha soli 7 anni: perché investire così tanto tempo? La prima soluzione andrà più che bene.
Magari al primo risultato c’è un insegnante che non eccelle per abilità ma comunque lavora di più di un insegnante pluri-titolato, pluri-premiato e pluri-tutto.
Tu puoi essere il miglior insegnante di pianoforte di tutti i tempi, ma se nessuno ti conosce, allora sei nessuno.
Ecco perché occorre arrivare per primi.
Pensa a quanto ha dovuto guadagnare colui che ha distribuito per primo sul mercato l’aspirina. Era un prodotto che chiunque sulla terra avrebbe potuto averne bisogno, facile da ingerire, non ingombrante, a basso costo e con benefici immediati.
Oggi in farmacia di sono innumerevoli prodotti simili: Oki, Aleve, Morning Relife, Aspergum, Bayer, Oki task, Bayer Children’s, Brufen, Virdex, Motrin ecc ecc.. Non è neanche più facile vendere un’aspirina: troppa concorrenza. Ecco perché bisogna inventarsi qualcosa di nuovo dal punto di vista della comunicazione.
E’ importante rendersi visibile sui social e iniziare ad instaurare un rapporto a tu per tu con il tuo pubblico. Anche i VIP l’hanno capito. Se non aggiorni costantemente le tue pagine social, presto i tuoi fan si dimenticheranno di te per seguire altre 200.000 star che fanno bene o male quello che fai tu. Devi renderti visibile e sempre presente.
Ieri sera, alle 23 ho rotto un’Hard Disk. Per sbaglio ho dato una pedata all’HDD che si è rovesciato. Il colpo è stato veramente misero ma da allora non ha più dato segnali di vita. Al suo interno c’erano anni e anni di lavoro. In preda alla disperazione mi metto alla ricerca di qualcuno che potesse recuperarmi i dati ad ogni costo. Trovo quest’azienda che mi offre un servizio clienti 24h su 24, 365 giorni l’anno!! Era Sabato sera alle 23, poi ci sarebbe stata Domenica (Pasqua) e Lunedì (Pasquetta). Non potevo aspettare. Chiamandoli al telefono mi danno una bella notizia: “Signor Salerno, può portarci l’Hard Disk anche questa notte e noi glielo facciamo avere nuovo e con tutti i dati recuperati entro Martedì“.
MAGNIFICO!!
Cos’è che mi ha fatto scegliere quest’azienda e non le altre? Il servizio unico che offrono! Hanno vinto sul tempo rispetto agli altri. Hanno capito che cos’è che preme ad un cliente che ha danneggiato un hard disk: risolvere subito il danno. Sono arrivati primi e li ho scelti.
Il termine Pianista Viola l’ho preso in prestito da Seth Godin col suo libro La mucca viola. Racconta di una volta in auto, in autostrada. Viaggiava tranquillamente quando vide, sbalordito, centinaia di mucche che pascolavano in una bella campagna ondulata. Per decine di chilometri vede solo mucche.
Dopo una ventina di minuti però, le mucche non erano più una novità ma bensì la norma. Le mucche “nuove” che pian piano vedevano, erano tutte identiche a quelle viste in precedenza. Le mucche, una volta osservate per un certo tempo, diventano banali.
E’ una mucca viola sì che susciterebbe interesse.
Ecco, Lang Lang rispecchia alla perfezione questa teoria, proprio per questo motivo ho scelto lui come esempio perfetto di “pianista viola”.
Di pianisti composti, con tecnica perfetta e musicalità sopraffina ce ne sono a bizzeffe. Lang Lang si distingue. A parte che penso abbia una tecnica invidiabile (ma questo è un mio parere personale), riesce a trasmettere e a comunicare in modo differente.
I suoi, spontanei o non, gesti sono originali e sicuramente lasciano nello spettatore qualcosa, un’emozione che, positiva o negativa, fanno parlare di lui.
Nell’era che stiamo vivendo il passaparola è venuto meno. Prima, i prodotti venivo acquistati dai consumatori soprattutto per il passaparola. Oggi non si parla più di queste cose. Quando è stata l’ultima volta che hai parlato con un tuo amico di un prodotto che usi (per esempio l’aspirina)? Non è un tipo di conversazione interessante, cosa penserebbe quella persona di tali argomenti? Probabilmente si annoierebbe. E’ la società di oggi che ci impone ritmi veloci, stimoli costanti e argomenti di interesse generale (chissà perché la cultura sta svanendo sempre più…).
Per farsi spazio in questa concorrenza spietata, dunque, è necessario diventare un pianista viola. Di pianisti ce ne sono moltissimi. Dobbiamo trovare qualcosa che ci caratterizza e far sì che ci distinguiamo per quello e che ci distinguano per quello.
Ricordati però una cosa: non è sufficiente creare un diversivo. Devi essere anche sensazionale. Qualcosa di differente su un prodotto scarso o mediocre non ha vita lunga. Un qualcosa di differente su di un prodotto sensazionale (vedi Lang Lang), assicura il successo.
Altro esempio di pianista viola?
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