E’ scientificamente provato che il nostro stato d’animo influisce sulla nostra esecuzione. Leggendo il libro “piano sereno” sono riuscito a capire moltissime cose riguardo questo.
Se suoniamo controvoglia, o in uno stato di debolezza (sia fisica che mentale), la nostra esecuzione non sarà di certo delle migliori. Viceversa, se suoniamo in uno stato di armonia e serenità, la nostra esecuzione sarà una delle migliori.
E’ questione dunque anche emotiva. Il suonare bene non è solo questione di tecnica, ma è anche una questione psicologica. Chopin stesso affermava:
Convincetevi di suonare bene, e suonerete bene!
Credo che non esiste frase più vera! Non ti è mai capitato di iniziare a suonare dei brani, ed entrare in uno stato di eccitamento tale da sembrare di essere i padroni assoluti della tastiera?? Questo perchè in quel momento noi stavamo convincendoci di suonare bene, ed infatti suonavamo bene!
Magari l’indomani ti ritrovi sulla tastiera a suonare le solite note e anche sbagliate e pensi: “ma che fine ha fatto quel genio che c’era in me ieri?”
Era tutta questione di convinzione e di crederci in quello che si stava facendo. Ovviamente non è solo un fattore psicologico, ma anche e soprattutto tecnico. La tecnica combinata ad una buona preparazione psicologica può dare grandissimi risultati. Questo è l’esempio dei grandi pianisti cinesi e giapponesi che prima di esibirsi in pubblico fanno tanti di quegli esercizi preparatori al tal punto da arrivare totalmente rilassati al momento dell’esibizione in pubblico.
Non so se hai mai provato l’ebrezza di esibirti in pubblico ma.. come dice Chang nel suo libro “i fondamenti dello studio del pianoforte”
L’esibirsi in pubblico è definita una condizione estrema!
In effetti come si può dire il contrario. In un concerto si è da soli con il pianoforte e decine e decine di persone che ci ascoltano e ogni nostro minimo errore è ascoltato dagli orecchi più attenti. Inoltre gli errore mettono spesso in crisi, e creano, non di rado degli effetti a catena e vuoti di memoria.
Ciò significa che un errore chiama l’altro, oppure spesso, alcuni errori portano a dei vuoti di memoria. In questo caso la cosa migliore da fare è quella di ripartire dalla sezione del brano successiva.
Insomma, il modo migliore per suonare è attraverso un buon rilassamento. Ma come si fa a suonare bene in pubblico se non si può essere rilassati? Insomma, la concentrazione è sempre altissima perchè rilassandosi si potrebbero commettere errori banali (che non abbiamo mai fatto), ma soprattutto sviste e vuoti di memoria incredibili.
In questo libro, ho trovato moltissimi consigli utili per quanto riguarda la tecnica pianistica e il rilassamento che non ho mai trovato in nessun libro e lo ritengo davvero un capolavoro. Se hai tempo, ti consiglio di dargli un’occhiata!
Christian Salerno
Pure io sono in lettura del libro di Chang e lo trovo molto interessante, anche se non condivido pienamente alcune sue considerazioni… appena finisco il Chang ordino anche quello che suggerisci tu Christian, così provo Amazon.it ^___^
Davide.
Si su alcune nemmeno io però ritengo che sia un ottimo libro. Eheh, perfetto, così poi mi fai sapere cosa ne pensi di Pianosophia! Ritengo che sia uno dei migliori libri sul pianoforte mai scritti prima!
Christian
Ciao, un bellissimo articolo Christian…non sembra ma la volontà e la positività fanno moltissimo. Ho letto il libro ed è semplicemente fantastico!! E grazie sempre per i tuoi fantastici consigli.
Lucia