Un Episodio che mi ha Cambiato la Vita (E ho capito che dovevo fare il pianista)

Nov 1, 2019 | Intermedio | 0 commenti

GENERE MUSICALE: Classica

Avevo circa 8 anni e la ragazzina che mi piaceva passeggiava tutti i pomeriggi nel parco giochi proprio sotto casa mia. Io ero accampato sempre lì. Non mi piaceva stare a casa, ero iperattivo e come uno scugnizzo stavo sempre in mezzo la strada a giocare col pallone, a nascondino con gli amici e amavo correre in bicicletta

Un pomeriggio decisi però che le cose dovevano cambiare. Quella ragazzina, di cui non ricordo più il nome, doveva notarmi. Era sempre così concentrata sul suo cagnolino che non mi aveva mai notato, nemmeno di striscio! Così architettai un piano “infallibile“!

Architettai di andare sull’altalena e dopo aver preso una bella rincorsa di tuffarmi finendo praticamente vicino o addosso a lei. Da quell’errore non voluto avremmo potuto iniziare a parlarci (pensavo…).

Così aspettai le 16.00 in punto. La vidi passare con il suo cagnolino e andai sull’altalena. Iniziai a dondolarmi, prendendo molta velocità e alla fine, quando raggiunsi il punto più alto dell’altalena mi lanciai.

Presi male le misure. Ero convinto di lanciarmi in avanti verso di lei. Invece caddi in modo perpendicolare. Fu un volo devastante. Per proteggermi dalla caduta misi il braccio davanti, il sinistro, e fu così che qualche secondo dopo si sentirono soltanto le mie grida.

Accorse immediatamente il vicino di casa e poi i miei genitori. Mi toccarono il braccio e mi faceva malissimo e tra la folla sentivo dire “mi sa che si è rotto…” 

Cosa significa che un braccio si è rotto? Mi si è spezzato in due?? Me lo amputeranno?? Avevo mille paure…

In tutto questo la ragazzina su cui volevo far colpo mi notò. Insomma, in un modo o nell’altro ero riuscito a raggiungere il mio obiettivo (eheh 🙂 ).

Il momento in cui la musica iniziò a far parte della mia vita

Andammo al pronto soccorso e mi dissero che mi ero rotto il braccio e me lo ingessarono. La sfiga però non era finita. Qualche giorno dopo fui operato anche alle tonsille e dovetti rimanere in ospedale qualche giorno. Mi misero sul classico letto di ospedale. Avevo il mio braccio sinistro paralizzato (e per un mancino è un vero e proprio disagio) e in più faticavo anche a deglutire.

Stiamo parlando di 22 anni fa e non c’erano smartphone o troppi dispositivi che ti aiutavano a passare il tempo.

I miei genitori, sempre disponibili e amarevoli, mi chiedevano in continuazione cosa potesse distrarmi e lì, chiesi per la prima volta un quaderno pentagrammato

Non sapevo nulla di musica. Sapevo che le note erano dei “pallini” a volte colorati e a volte vuoti e che andavano inseriti nel pentagramma, ma per il resto…

Così arrivarono i rinforzi con una decina di quaderni pentagrammati. Da lì iniziò il mio amore sviscerale e incondizionato per la musica. Imparai a scrivere con la mano destra, iniziando a disegnare note musicali ovunque. Mi appassionava la cosa e mi dava anche l’aria da intellettuale. Quasi quasi speravo di rimanere altri giorni in ospedale così da poter continuare a fare la cosa che amavo più di tutte: scrivere musica.

Da quel momento la musica era entrata a far parte della mia vita e non mi ha più lasciato. Avevo 8 anni sognavo di scrivere musica mia e di farla conoscere al pubblico. Sognavo che altri musicisti suonassero i miei brani e oggi, con immensa gioia nel cuore, posso dire che tutto questo si è avverato.

Sono tanti i pianisti che suonano i brani della raccolta resto in silenzio che ho pubblicato circa 1 anno fa.

Ringrazio dunque quel braccio rotto. Ringrazio il supporto morale ed economico dei miei genitori. Ringrazio mio fratello per avermi aiutato nell’acquisto del secondo pianoforte e ringrazio chiunque supporti la mia musica suonandola ascoltandola. 

Su Spotify trovi diversi miei Album:

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