“Mamma, voglio iniziare a studiare il pianoforte perché voglio diventare un musicista di professione!“
Risposta: “Figlio mio, prima pensa alle cose serie, poi ne riparliamo…”
C’è un chiaro problema di fondo qui!! Ma dove risiede? Sicuramente nella società che reputa il musicista all’ultimo gradino della scala sociale, così molti genitori stroncano sul nascere le aspirazioni dei propri figli.
Che male c’è nel sognare di fare musica da grande? Che male c’è nel cercare di trasmettere emozioni alle persone? Che male c’è nello scegliere un percorso differente da quello che fanno tutti gli altri?
E’ nel dovere del genitore assecondare le inclinazioni del figlio ed è nel dovere del genitore insegnare al proprio figlio a lottare per ottenere ciò che si vuole.
La vita è un’eterna sfida, se sono i nostri genitori stessi a spezzarci le ali prima ancora di volare, che senso ha? Non avremmo più un nido familiare nella quale crescere, ma un covo di condor dalla quale evadere, e quest’ultime sono le situazioni più pericolose.
Ricevo diverse email di ragazzi e ragazze che lottano per cercare di far capire ai propri genitori la loro passione per la musica. Ma i genitori non ne vogliono proprio sapere nulla. Sono quei genitori vecchio stile, che per lavorare intendono solo ed esclusivamente passare 8 ore di fila in una catena di produzione.
“Ciao Christian 🙂 Amo molto la musica, ma purtroppo i miei genitori non l’approvano molto, anzi quasi per niente Dicono che è una perdita di tempo, che non andrò mai da nessuno parte. Che è tutto inutile” (Federica, Roma)
Ma ci sono tanti tipi di lavoro, e come il mestiere dell’operaio è uno dei mestieri più rispettabili del mondo, anche quello del musicista lo è, né di più né di meno.
E’ la società stessa che impone immaginari collettivi, come quello del musicista-pezzente, eppure i prof. di conservatorio guadagnano €3.000 al mese circa, andando a lavorare 2-3 giorni a settimana, e per i restanti possono fare insegnamento privato o altre attività altrettanto redditizie. Campano male quindi i musicisti?
Mi sento sempre dire: “ma si riesce a vivere con la musica?” oppure: “ma con questa crisi si riesce a lavorare?”
Risposta: “Perché non si dovrebbe!!“
Se si ha passione, talento, voglia di fare, voglia di mettersi in gioco, voglio di farcela.. allora ce la si fa! Nulla arriva dal cielo e poi come si dice: “Aiutati che Dio ti aiuta“.
Se non si nasce in una famiglia di musicisti può essere difficile avere punti di riferimento. Sembra di andare un po’ alla cieca, non si sa che percorso seguire e sembra di mandare il figlio in un percorso buio con un futuro incerto.
Le informazioni si trovano se si vuole, l’importante è dare ascolto alla voce interiore del proprio figlio, e chiunque avesse bisogno di consigli di questo tipo, può contattarmi direttamente qui.
Grazie per chiunque abbia letto questo articolo e condiviso perché ha capito l’importanza di un messaggio simile.
grazie Christian!!! 😉
Prego!! 🙂