Seguire una Procedura di Studio - Christian Salerno

Seguire una Procedura di Studio

Nov 12, 2012 | Principiante | 5 commenti

GENERE MUSICALE: Classica

Sei appassionato di musica e vorresti imparare a suonare il pianoforte? Forse hai iniziato un corso di lezioni e ti trovi già a misurarti con il tuo primo pezzo da imparare. A questo punto, inevitabilmente ti domanderai come fare per ottimizzare al meglio il tempo che dedichi allo strumento a casa o, più precisamente, se esiste una procedura preferenziale per lo studio davanti alla tastiera.

Ovviamente ognuno trova il suo personale metodo, ma ci sono dei passaggi che, se eseguiti in un ordine specifico, ti aiuteranno a rendere più semplice ed efficace l’approccio al tuo primo brano e a quelli che imparerai successivamente.

Quelli che vedrai descritti di seguito, quindi, sono degli step che fungeranno da linee guida di una procedura corretta e ti condurranno lungo una strada sicura, che potrai perfezionare e personalizzare con la pratica man mano che diventerai più abile e lo studio del pianoforte entrerà a far parte della tua vita e della tua quotidianità.

Per iniziare: occhi sullo spartito

L’entusiasmo, quando si tratta di iniziare un nuovo pezzo, è sempre molto, e questo vale sia per te che ti trovi alle prime anni e, prima di tutto, hai bisogno di acquisire un metodo, sia per chi si dedica alla musica da molto tempo.

Tuttavia, essere precipitosi e fiondarsi immediatamente sulla tastiera può essere controproducente: ecco perché il primo consiglio è quello di soffermarsi sulla partitura, in modo da potersi fare un’idea generale di come è articolato il pezzo, che andamento avrà e che cosa dovrebbe trasmettere.

Al contrario, iniziare da subito a suonare a prima vista, anche per i più esperti, può essere limitante e porta a perdere la visione d’insieme che, nella prima fase di studio, è la parte principale.

Man mano lo sguardo allo spartito si approfondisce sempre di più e consente di individuare le diverse sezioni, i ritornelli e i passaggi più complessi, consentendo di entrare sempre più nei particolari. Non è necessario far passare tutte le pagine, specialmente se il pezzo è lungo: uno sguardo attento alle prime basterà allo scopo di creare una prima consapevolezza che sarà la promotrice di tutto il percorso di studio.

Lo studio sulla tastiera: inizia a mani separate

Proseguendo al passaggio successivo, mantieni lo stesso stato d’animo calmo e prudente e, anche ora che hai visionato la partitura con attenzione, non lasciarti travolgere dalla voglia di provare subito a suonare il pezzo fatto e finito. È normale essere curiosi di sentire come verrà, ma specialmente quando il brano è complesso, la fretta è tua nemica ed è meglio procedere apprendendo i movimenti di una mano per volta. Lo studio a mani separate, infatti, è un’arma potente contro i pezzi che non puoi affrontare a prima vista, anche se occorre precisare come esso deve essere condotto, dal momento che ciò non significa trascorrere un numero infinito di sessioni su una mano per poi dimenticarla e passare esclusivamente all’altra. Lo studio a mani separate, infatti, serve soprattutto per una prima infarinatura che permetta di conoscere la successione di note e verificare la diteggiatura che, eventualmente, dovrà essere modificata in base alle proprie esigenze: non è detto, infatti, che quella che trovi sullo spartito coincida con la soluzione migliore per te. Questi primi passaggi sono fondamentali e devono essere compiuti con attenzione, dal momento che, una volta imparata erroneamente una posizione o una nota, sarà più difficile effettuare delle correzioni.

Una volta che avrai fatto ciò, senza ulteriori indugi potrai immediatamente cominciare a studiare a mani unite: potresti, infatti, essere indotto a pensare che, se conosci alla perfezione tutti i movimenti che devono compiere le due mani, automaticamente l’esecuzione complessiva sarà perfetta. Ma la realtà è diversa: niente avviene in modo automatico, e suonare a mani unite è tutta un’altra cosa.

Questo è dovuto alla corrispondenza tra ciascuna mano e l’attivazione di una specifica area cerebrale, mentre quando entrambe le mani lavorano, a mettersi in funzione è una zona ancora diversa del cervello, che quindi ha bisogno di coordinarsi in altro modo.

Studiare a piccoli frammenti e lentamente

Una volta che ti sarai approcciato allo studio a mani unite, ecco come dovrai metterlo in pratica: il metodo migliore è quello di dimenticare le diciture relative alla velocità, ma continuando a rispettare le proporzioni tra i valori delle note, iniziando a suonare con estrema lentezza, al ritmo di circa una nota al secondo.

Inoltre, inizia a immaginare come puoi suddividere il brano in modo da distribuire il suo apprendimento in più sessioni di studio, così da fissarti dei piccoli obiettivi che di volta in volta ti guideranno. La lunghezza dei frammenti varierà in base alle tue esigenze e alla difficoltà del pezzo: puoi decidere di preparare alcune battute per volta, ma anche singole battute o addirittura metà battuta, a seconda di come decidi di organizzare il tuo studio.

Infatti, nulla ti vieta di segmentare una battuta stracolma di note o particolarmente ostica, in modo da renderla, almeno mentalmente, un po’ meno complessa e doverla affrontare solo un pezzetto per volta. Come arriverai all’apprendimento?

Grazie alla continua ripetizione, che inciderà i movimenti nella tua memoria e ogni sequenza diventerà così abituale che, a un certo punto, ti accorgerai di stare suonando senza nemmeno pensare a cosa stai facendo, semplicemente guardando lo spartito.

Prendere velocità: aspetta il momento giusto

Nel paragrafo precedente abbiamo parlato di quanto sia importante iniziare a suonare lentamente, quasi troppo lentamente, per favorire la memorizzazione.

Ti starai quindi chiedendo quando potrai iniziare a lavorare anche sulla velocità e iniziare a essere gratificato dei tuoi progressi, dal momento che un pezzo suonato al ritmo di una nota al secondo non sarà un granché. La risposta è molto semplice: ti accorgerai da solo di quando arriverà il momento di aggiustare il tiro perché, una volta acquisito il giusto livello di automatismo, saranno le tue stesse mani a richiedertelo, e la velocità arriverà da sola, senza bisogno di forzare.

Il tuo corpo, infatti, sa quando potrà sostenere un ritmo più accelerato rispetto a quello abituale senza fatica: se provassi a farlo in modo deliberato, decidendo di punto in bianco, senza aspettare questo segnale, probabilmente avrai difficoltà, e ciò significa che non sei ancora pronto.

Vedrai che ascoltare le tue mani sarà molto meno frustrante che imporsi di accelerare e ti aiuterà a raggiungere fin da subito un’esecuzione migliore, più fluida e precisa.

Ma al di là dei risultati in sé, ciò che conta davvero è la carica che ti darà constatare di riuscire a stare al passo e migliorare grazie all’esercizio costante. Vedere questi risultati accrescerà la tua autostima e la fiducia nelle tua capacità, spingendoti a proseguire nello studio delle sezioni successive per poter provare la stessa soddisfazione, convincendoti che sei sulla strada giusta e dimostrandoti che il metodo che stai applicando è corretto per te.

Il trucco è non lasciare che pensare alla velocità che dovrebbe realmente avere il pezzo finito, che ti sembra ancora così lontana, ti scoraggi e ti butti giù. Purtroppo chi studia musica ai nostri giorni ha sempre a disposizione video e audio eseguiti dai grandi virtuosi, che possono condizionare facilmente chi li ascolta.

Ricorda che l’obiettivo è raggiungere la velocità finale ma chiunque, inclusi i migliori, ci arrivano dopo molto studio e iniziando lentamente, anche se noi vediamo solamente le esibizioni, che rappresentano il risultato di un complesso e meticoloso lavoro di preparazione.

Impara dai migliori per acquisire il tuo metodo personalizzato

Infine, ricordati che è proprio quest’ultima parte che devi tenere presente nel momento in cui anche tu ti immergi nello studio di un pezzo: se necessiti di particolari dritte per affrontare un brano, chiedi aiuto al tuo insegnante e ai tuoi compagni di studio, o cerca direttamente i consigli dei grandi maestri sul web, dal momento che alcuni di loro mettono a disposizione il loro sapere per consentire ai pianisti che vogliono seguire le loro orme di far fruttare al meglio il loro duro lavoro davanti alla tastiera.

Guardare un esperto che studia e conoscere i trucchi e le strategie che lo hanno portato a raggiungere la perfezione è un grande privilegio che può risultare molto prezioso.

Come puoi vedere, quindi, la procedura corretta per studiare un pezzo al pianoforte non è indifferente, ma deve essere studiata in modo da rendere meno faticoso l’apprendimento e nutrire il senso di autoefficacia del pianista.

Si tratta di un lavoro complesso, che richiede molta pazienza ma, se eseguito in modo da rispettare il corretto ordine di ciascun passaggio e unito alla tua forte determinazione, ti condurrà sicuramente a dei risultati che ti regaleranno una grande soddisfazione.

5 Commenti

  1. Roberto Miola

    Ci proverò anche io a fare qualcosa di simile…ma quanto tempo ci vuole con un metodo così per sapere suonare un brano ? Mi sembrano tante tante cose…

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  2. Christian Salerno

    Dipende da moltissime cose Roberto. Dalla difficoltà del brano, dalle tue capacità, dallo strumento su cui ti eserciti ecc…

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  3. Roberto Miola

    Grazie della risposta Christian, vado avanti, è troppo bello imparare a suonare il pianoforte…anche alla mia età non proprio da giovincello (44!).

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  4. Anonimo

    Perchè con la memorizzazione si fa un salto di qualità?

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