Mi disse: “Non sai suonare il Pianoforte”

Feb 2, 2022 | Intermedio | 0 commenti

Non potrò mai dimenticarlo.

Avevo 17-18 anni, stavo preparando l’esame di compimento inferiore di pianoforte (5° anno) quando il mio insegnante mi disse :

Christian, è il momento di iniziare a farti sentire da qualcuno che sarà in commissione al tuo esame”.

Così mi diede un nominativo e un numero di telefono da chiamare.

Feci chiamare da mio padre perché avevo una vergogna incredibile nel chiamare sconosciuti al telefono e fissammo un appuntamento.

In quell’occasione dovevo andare a Milano, a casa di questo maestro che ha la fama di essere il “Papa” nel Conservatorio di Milano. Ogni sua parola sarebbe stata per me oro colato.

Fatto sta che citofonai a casa sua ma… no c’era! Si era dimenticato dell’appuntamento! Così disse a mio padre “Vediamoci settimana prossima direttamente in Conservatorio”.

Sì, forse non lo sai ma è pratica risaputa che alcuni insegnanti di Conservatorio (statali pagati da noi contribuenti) fanno lezioni e audizioni a pagamento ad esterni all’interno delle aule dell’istituzione.

Andammo così al secondo fatidico incontro.

Ero ancora più emozionato e intimorito. Non ero mai entrato in un Conservatorio e udivo suoni di strumenti provenire da ogni aula. Una tromba, un fagotto, un violino e poi un pianoforte.

Entrammo nell’aula 6, il Maestro stava dando lezioni ad un ragazzo che stava preparando il 5° concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven. Gli chiese di fermarsi perché doveva ascoltare me.

Bene” pensai. “Adesso avrò anche un altro ascoltatore“.

Il “Papa” mi disse:

Dunque devi dare l’esame… allora, da questo libro di Czerny, prova a farmi il numero 23″.

Diventai tutto rosso.

Ma come?! Il mio maestro gli chiese al telefono di fare scegliere me qualcosa da suonare visto che non ho ancora preparato tutto il programma. Mo che mi invento?”

Iniziai così a suonare praticamente a prima vista uno studio piuttosto complesso. Sfiga vuole che scelse proprio uno di quelli che non avevo ancora iniziato a leggere.

Finito il brano mi disse: “Fammi sentire anche altre cose, poi alla fine ti dico tutto”.

Così suonai il brano romantico e poi il brano barocco. Arrivammo dunque alla resa dei conti.

Tu non sai suonare. Devi cambiare mestiere. Se ti presenti all’esame in queste condizioni è come andare alla corrida. Ma non quella che fanno alla tv, alla corrida vera, dove tu fai il toro e ti spezzeranno le corna”.

Deglutivo mentre continuava imperterrito a inveire contro di me.

“Il tuo maestro – che conosco bene – deve essersi bevuto il cervello. Mi ha detto che suonavi bene e che avevi molta musicalità…”

Poi si gira verso il suo pupillo e iniziano a fare battute su di me, iniziando a ridare di gusto. Non ho mai capito se il pupillo rideva perché era divertito o per assecondare le follie del “Papa”.

Uscii da lì completamente distrutto. Dirti che il morale era sotto i piedi è poco. Raccontai l’accaduto al mio maestro e ad altri che mi rassicurarono.

Un insegnante del Conservatorio di Lucca mi raccontò altri aneddoti del “Papa” che a quanto pare amava togliere la dignità agli studenti.

Caro Papa, sono passati 14 anni da quel giorno, non mi sono dimenticato di nulla. Per me è una ferita ancora aperta mentre tu continui incessante a rovinare studenti.

Mi piacerebbe dirti tante cose… mi piacerebbe dirti che quando hai avuto bisogno della mia visibilità e del mio sito io ci sono stato e non ti ho chiesto un solo euro, nonostante quello che mi hai fatto.

Vorrei dirti che – nonostante secondo il tuo autorevole parere dovevo cambiare mestiere – mi sono laureato a pieni voti.

Infine vorrei dirti che è grazie a persone come te che ho capito quello che non vorrò mai diventare.

Con i miei studenti non mi sono mai messo un gradino più in alto. Tutti prima di imparare siamo a livello zero. Seminare terrore e cattiverie non fa parte del mio carattere e rovina la salute.

Fare musica e insegnare musica non è quello che intendi tu. Sei così pieno di te stesso che hai perso completamente la via principale e il senso dell’arte.

Musica significa emozionarsi ed emozionare ed ho pubblicato un libro dal titolo Emozioni al pianoforte, forse leggendolo e suonandolo potrai imparare qualcosa…

Ma il tempo dà sempre ragione al bene. La cattiverie, bugie, sotterfugi e ingiustizie possono durare per un po’, fino a quando le cose non iniziano a cambiare.

Perché ti ho raccontato tutto questo?

L’ho fatto per farti capire che anche io ho avuto i miei buoni motivi per mollare. Se avessi dato retta al “Papa”, a quest’ora probabilmente non ci saremmo mai conosciuti e sarei sempre rimasto con un sogno nel cassetto: fare il musicista.

I sogni però non si avverano dall’oggi al domani. Bisogna combattere per difendere i propri sogni, bisogna stringere i denti e continuare a martellare anche nei momenti di sconforto.

Bisogna continuare a crederci anche quando qualcuno ci dice di lasciare perdere. É solo così che si può arrivare diritti all’obiettivo.

Non mollare, MAI 🙂

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