In questo articolo scoprirai alcuni suggerimenti importanti per perfezionare il tuo repertorio pianistico, sia che si tratti di semplici brani musicali oppure di opere tecnicamente più complesse.
Infatti, sappi che i fondamenti di base saranno sempre gli stessi, dai primi passi ai livelli più avanzati.
A tal proposito, è importante sottolineare come anche lo studio di pezzi molto difficili da eseguire al pianoforte potrà essere reso decisamente più rapido e agevole semplicemente seguendo un buon metodo di studio.
Sono in molti a chiedersi quante ore studiare pianoforte, come organizzare il proprio tempo ed essere produttivi, cosa fare per migliorare al pianoforte…ecco un buon metodo fornisce la risposta a tutte queste domande.
Per cominciare, un buon metodo dovrà basarsi su alcuni elementi specifici, che non dovranno essere sottovalutati. Scopriamo insieme quali sono.
1. Elementi musicali di base: l’analisi di un brano pianistico
- Chang, Chuan C. (Autore)
Diversamente a quanto si sia portati a credere, è tutt’altro che poco comune individuare nei giovani pianisti una scarsa capacità di analisi musicale.
Moltissimi aspiranti pianisti tendono a non dare la giusta importanza all’importante compito di analizzare gli aspetti strutturali della musica che intendono eseguire alla tastiera.
Di conseguenza, nonostante possa apparire scontato, il primo consiglio è strettamente legato alla necessità di esaminare con attenzione la partitura, individuando così i primi punti fondamentali, dal ritmo al fraseggio, considerando ogni dettaglio musicale e senza scordarsi le basi dell’armonia.
Infatti, questo insieme di fattori che potrebbero apparire come secondari, se affrontati sin da subito, saranno utilissimi per velocizzare l’apprendimento del repertorio ma anche per migliorarne il risultato finale in termini qualitativi.
Dunque, possiamo affermare che, per il perfezionamento esecutivo e interpretativo di un brano pianistico, l’analisi sarà senza dubbio un punto cardine.
2. Studiare a mani separate: attenzione all’interpretazione
Purtroppo ancora moltissimi pianisti e docenti possiedono la falsa credenza che vede lo studio a mani separate come una prassi destinata soltanto ai musicisti principianti.
Purtroppo questa convinzione è totalmente priva di fondamento, vediamo subito perché.
Innanzitutto, lo studio svolto direttamente a mani unite, oltre al carico di lavoro decisamente superiore e obiettivamente più faticoso da affrontare, comporta un grande dispendio di energie e la perdita di moltissimi dettagli di natura musicale.
A questo riguardo è sufficiente pensare a quante volte si tende a sottovalutare l’importanza dell’accompagnamento.
Studiando a mani separate invece, abituandosi all’esercizio giornaliero con la sola mano sinistra, si noteranno notevoli miglioramenti per quanto concerne la memorizzazione di un brano ma anche per tutto ciò che riguarda la musicalità.
In ogni caso, l’esecuzione a mani unite non dovrà mai essere fine a sé stessa comportando una mera esecuzione digitale delle note scritte ma, al contrario, dovrà comprendere sin da subito ogni dettaglio musicale riportato dallo spartito tra cui:
- tempo
- dinamiche
- legature di portamento
- e molto altro…
Così facendo, nel momento in cui le mani lavoreranno insieme, la fondamenta saranno ben più solide e il risultato finale sarà qualitativamente superiore.
3. Lo studio a velocità ridotta e la giusta importanza a ogni dettaglio
Se hai già avuto modo di leggere alcuni degli articoli presenti sul mio blog avrai sicuramente notato come venga sottolineata spesso l’importanza dello studio a velocità ridotta.
Non smetterò mai di ripeterlo, perché si tratta di un punto fondamentale, da mettere sempre in luce quando si parla di preparazione pianistica.
Devi sapere che almeno un buon 80% del tempo di esercizio dovrebbe essere esclusivamente dedicato allo studio lento, anche per i brani che, una volta pronti, dovranno essere eseguiti molto velocemente.
È chiaro che i pezzi più lenti non potranno trarre troppo beneficio da questo metodo di studio, anche dilatando ulteriormente i tempi esecutivi.
- Chang, Chuan C. (Autore)
Dunque, in questo caso possiamo dire che nel momento in cui si decide di affrontare un nuovo brano di repertorio, sarà assolutamente da evitare l’errore di correre troppo e troppo precocemente.
Al contrario, la velocità finale dovrebbe essere raggiunta in modo progressivo, distribuendo lo studio su diversi giorni per ottimizzare l’apprendimento di tutti i passaggi, anche e soprattutto di quelli più complessi.
4. Dividere i brani in sezioni per un perfezionamento consapevole
Ogni composizione musicale, durante una sessione di studio, dovrebbe essere scomposta in brevi sottosezioni.
Questo lavoro si rende necessario, prima di tutto, per evitare di ripetere centinaia di volte un brano da capo al fine sprecando molto tempo e ritrovandosi con un esecuzione perfetta all’inizio e via via sempre più approssimativa con il susseguirsi delle pagine.
Infatti, se ogni volta in cui vengono commessi errori dovessimo ripartire da capo non arriveremmo mai fino alla fine di un brano.
Dunque, esercitarsi su brevi sezioni e specialmente su quelle più problematiche, non solo porterà a un notevole risparmio di tempo, ma anche a un perfezionamento più attento che, a sua volta, condurrà a un’esecuzione tecnicamente e musicalmente più pulita e gradevole.
Quindi, quando affronterai un nuovo brano ricordati di questo metodo e provalo tu stesso, in questo modo verificherai tu stesso la qualità del risultato.
5. Il ruolo della ripetizione: perseverare non è diabolico
Devi sapere che sono davvero tantissimi gli studenti di pianoforte che non si esercitano abbastanza su alcune sezioni del brano di studio (tipicamente quelle centrali o “poco distintive” del brano stesso).
Per esempio, gli studenti di pianoforte alle prime armi si concentrano su una specifica sezione, escludendone, ahimè un’altra.
In genere accade che ci si concentra molto sull’inizio e sulla fine del brano e nel mezzo si va un po’ a tentoni…fino a che non suona “in modo sufficiente per portare a termine il brano”.
Bisogna al contrario, perfezionare ogni sezione, lavorandola singolarmente.
Inoltre, altrettanti aspiranti musicisti, proprio a causa di questa mancanza, si ritrovano a domandarsi per quale motivo non riescono ad acquisire quanto studiato.
Quindi, armandosi di obiettività e ammettendo che lo studio del pianoforte è realmente molto ripetitivo, sottolineiamo come ogni singolo frammento o passaggio difficile dovrebbe essere ripetuto, senza errori, almeno venti o trenta volte prima di andare oltre.
In ogni caso, anche durante lo studio lento, per sezioni e basato sulla ripetizione, non dimentichiamo di eseguire il tutto con la massima musicalità unita all’attenzione per i dettagli.
6. Studiare servendosi delle proprie emozioni
- Chang, Chuan C. (Autore)
Infine, l’ultimo consiglio pratico che ti voglio dare è quello di esercitarti sempre seguendo le tue emozioni.
Così facendo, noterai come il miglioramento delle tue capacità di apprendimento sarà tangibile.
Chiaramente, l’emozione dovrà essere parte integrante di ogni singolo elemento musicale durante lo studio, anche perché è il metodo utilizzato da tutti i pianisti professionisti per portare a termine e perfezionare un brano rendendo ogni esecuzione davvero impeccabile.
Nonostante ciò, ancora oggi molti studenti sono convinti che sia prioritario dare massima attenzione alla corretta esecuzione delle note e, solamente in un secondo momento, ascoltarle nel loro insieme, ovvero ascoltare il risultato sonoro a cui esse danno forma.
Questa è indubbiamente la convinzione più dannosa poiché può seriamente compromettere tutte le ore di lavoro passate sugli 88 tasti.
Inoltre, questo pensiero spingerà l’aspirante pianista a studiare ancora più duramente senza, tuttavia, ottenere il risultato desiderato.
Per questo motivo, è di fondamentale importanza imparare sin dal primo momento a convogliare le proprie emozioni sulla tastiera e sulla musica che da essa scaturisce.
Tale suggerimento è sufficiente, anche da solo, per studiare in modo più musicale e consapevole, facilitando esponenzialmente le capacità di memorizzazione e apprendimento di ogni aspirante pianista.
7. Conclusioni
In conclusione possiamo quindi affermare come per il perfezionamento di un qualsivoglia brano musicale siano utili i consigli legati allo studio stesso.
Infatti, soltanto esercitandosi con costanza e seguendo i consigli analizzati poc’anzi sarà possibile ottenere un oggettivo miglioramento delle proprie capacità pianistiche e musicali.
- Chang, Chuan C. (Autore)
Oltretutto, è di fondamentale importanza prestare attenzione a ogni singolo dettaglio espresso dalla partitura che si desidera affrontare, curando tutti gli aspetti legati:
- al tocco sulla tastiera
- alle eventuali legature di portamento che danno vita alle frasi musicali
- alle dinamiche utili per dare carattere al brano stesso
- e senza tralasciare il tempo!
Infine, durante ogni singola sessione di studio al pianoforte, è davvero importante evitare di trascurare le proprie emozioni che, entro certi limiti dettati dal repertorio, potranno rendere non soltanto il lavoro molto più piacevole, ma anche migliorare notevolmente il risultato esecutivo.
Quindi, quando deciderai di affrontare un nuovo brano, cerca di fare tesoro di questi consigli e abbandona tutte quelle false credenze che ancora oggi fanno parte conservatori di musica e accademie musicali.
Christian Salerno
Della serie"non si finisce mai di imparare"…l'affinamento è lungo ma doveroso nei confronti di un brano di musica classica ed è rispettoso per il pubblico.
saverio
dopo quanto tempo di studio si studia un pezzo del genere????
Ciao Simone! Almeno dopo 8 anni di studio!
hai avuto modo di studiarla????
Non ancora purtroppo 🙂