La Calma è la Virtù dei Forti
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Photo Credit: Andalusia |
Ogni volta che comincio una partita a scacchi, mi ripeto sempre questa frase nella mia testa: “La calma è la virtù dei forti”.
Eh sì, in questo gioco ha più probabilità di vittoria il giocatore che è maggiormente preparato psicologicamente, e che ha maggiore resistenza mentale.
E’ risaputo che una partita di scacchi può venire a durare tranquillamente anche 4 ore, e ti posso assicurare per esperienza diretta, che 4 ore alla scacchiera ti annebbiano il cervello ed inizi a non connettere più.
Inizi a giocare d’impulso. Non vedi l’ora che questa estenuante lotta finisca, non vedi l’ora di riposarti mentalmente, non vedi l’ora di arrivare ad un risultato concreto.
Ho perso partite per via del mio impulso non controllato. Ho buttato all’aria diverse partite da 3 ore, con una posizione superiore, nel tentativo di forzare lo scacco matto e ritrovarmi poi a perdere la partita poche mosse dopo.
L’impulso è quello che ci fa sbagliare.
Chi non utilizza la testa ma utilizza l’istinto, spesso si ritrova a compiere azione delle quali se ne potrà pentire molto presto.
Conosci il mito di Orfeo?
Orfeo alcuni lo fanno figlio di Apollo e di Clio, altri di Eagro, re di Tracia e dalla musa Calliope. Allevato da Lino ed istruito nel canto, ebbe da suo padre Apollo una cetra con sette corde, a cui egli ne aggiunse due.Meravigliosa era la musica che ne traeva, tanto che le belve si ammansivano al suono della sua cetra e della sua voce, e i sassi diventavano sensibili. Anche le Ninfe erano incantate dalla sua voce, tanto che lo seguivano ed erano tutte innamorate di lui, ma fra esse lui scelse Euridice, la graziosa figlia di Nereo e di Dori. La sposò e i due si amarono teneramente.
Un giorno però Euridice, cogliendo fiori nel suo giardino, venne punta da un serpente velenoso e morì. Orfeo, non si rassegnò, andò negli inferi per cercare di riportare in vita il suo amore. Così fece e ammansò Cerbero e persuase Plutone e Proserpina a rendergli la sposa adorata (persino Caronte per farsi traghettare).
Gli fu difatti concesso di trarla fuori dall’inferno, purché fosse astenuto dal guardarla in faccia prima che fossero usciti alla luce del sole. Ma Orfeo non resistette e si voltò, ed Euridice svanì.
Un giorno però Euridice, cogliendo fiori nel suo giardino, venne punta da un serpente velenoso e morì. Orfeo, non si rassegnò, andò negli inferi per cercare di riportare in vita il suo amore. Così fece e ammansò Cerbero e persuase Plutone e Proserpina a rendergli la sposa adorata (persino Caronte per farsi traghettare).
Gli fu difatti concesso di trarla fuori dall’inferno, purché fosse astenuto dal guardarla in faccia prima che fossero usciti alla luce del sole. Ma Orfeo non resistette e si voltò, ed Euridice svanì.
Anche Orfeo pagò cara la sua impulsività. Anche i pianisti possono pagare molto cara l’impulsività, soprattutto in fase di studio.
Quando studiamo è veramente molto difficile trattenere il nostro istinto per cercare di non suonare il brano a velocità supersonica per vedere subito come viene. Questo è in assoluto uno degli errori più gravi.
Strimpellare un brano non è altro che un danno e la distruzione di tutto il nostro studio. Un brano deve essere studiato ed eseguito ad una velocità perfettamente controllabile. Se iniziano a sfuggire note e finezze interpretative ad una velocità elevata, allora significa che non siamo ancora pronti per quella velocità, e che quindi dobbiamo procedere con calma e per piccoli passi.
Ricordo sempre l’episodio letto ne “I fondamenti dello studio del Pianoforte” dove l’autore diceva di avere ascoltato un grande pianista studiare un brano eseguendo una nota al secondo!!!!! Si tratta di una velocità bassissima, eppure essenziale per uno studio pulito.
Se non si hanno delle solide fondazioni, non è possibile costruire nulla di buono sopra. Uscirà una casa traballante nel migliore dei casi, e nei peggiori pioverà dentro e non avrà nessun tipo di isolamento termico ed acustico.
Una casa o la si fa bene o non la si fa. E’ inutile costruire una casa utilizzando solo materiali per il risparmio, perché il risparmio, per una casa dove all’interno ci abiterà una famiglia, non è concesso! Così come non è concesso mettere in piedi un brano con molte incertezze, con pause che ci prendiamo e che non esistono nello spartito, con errori di lettura.
Tutte queste inesattezze accadono per via di uno studio approssimativo ed impulsivo. L’impulsività dobbiamo imparare a saperla badare. Lo so, è uno dei compiti più difficili, io sono una delle persone più impulsive di questo pianeta ma… solo Dio sa quante volte l’ho pagata per questa mia impulsività.
Per concludere questo articolo: utilizza uno studio attento. Adotta un metodo di studio. Ricordati sempre di verificare le tue conoscenze. Un conto è pensare di sapere quel passaggio, un conto è saperlo davvero. Impara ad essere anche maestro di te stesso e… non avrai problemi!
Christian Salerno
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Ah, l'impulso, che brutta bestia: sono 30 anni che ci litigo, e ancora spesso vince lui. Io mi sono giocato la tecnica, per la poca pazienza (e infatti suono malissimo, nonostante anni di studio).
Devo dire che però negli ultimi anni son migliorato parecchio, e ho scoperto che suonare Bach a velocità ridicole diventa incredibilmente interessante, anche dal punto di vista prettamente musicale: sentire distintamente le voci di una fuga, le note tenute per 2 o 3 battute, i legati… alla fine, oltre che per la tecnica, è una gioia anche per le orecchie.
Bellissimo post Christian, grazie mille (avrei voluto leggerlo 20 anni fa).
Carissimo Bruno …. "santa pazienza!!"
Già… Bach è l'essenza della tastiera…tutto nasce da lì! Grazie come sempre per aver condiviso la tua esperienza, alla prossima!! 🙂
Christian